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Lo confesso, questa vicenda del Misfatto mi attanaglia le viscere. Le notizie si rincorrono, c’è chi parla troppo e chi troppo poco. Ho letto di tutto, sono stata presa dallo sconforto più di una volta. Ho vagato qui, tra le scogliere e la torba, come un’anima in pena mugugnando e imprecando. <<Ma porca troja, ma possibile che si scannino anche loro?>> <<Ma perché, perché?>> <<Ma cosa sarà mai successo? Allora non c’è speranza…..anche Il Fatto si sgretola, ah me tapina>>. Insomma, la disperazione più nera. Poi un corsivo anonimo nella pagina delle lettere che conferma il cambio di gestione dell’inserto. Poi gli articoli sul blog di Telese. E la vicenda prende forma. Ora, faccio io parte della redazione? No. Sono forse in contatto con le persone coinvolte? No. Potevo farmi i cazzi miei? Si. Però sono una lettrice, anzi un’abbonata e considero questo quotidiano come la mia “famiglia” di carta. Inoltre il semplice fatto che le comunicazioni dalla redazione siano scarse è, di per sè, una notizia. Visto e considerato che è mezzanotte e la vita notturna della ridente località irlandese di Ballinasloe si è già conclusa ho il tempo di scrivere un po’. Perdonatemi. Sono solo una lettrice.

Partendo dai fatti, anche se Carr sostiene l’impossibilità di riportare un evento in modo obiettivo (vecchio mio, ce ne faremo una ragione), il Misfatto nacque 14 mesi fa per iniziativa di Telese&Corradi. Del primo sappiamo già abbastanza, il secondo è un giovanotto bravo e capace di circa trent’anni. Il Misfatto nacque anche dall’esigenza di risollevare le vendite della domenica, giorno in cui Il Fatto Quotidiano vendeva meno copie. L’inserto, di un colore azzurrino e caratterizzato da vignette, articoli, interviste, fotomontaggi riuscì nell’impresa di aumentare di 10 mila copie la tiratura domenicale. Come afferma Poidomani, non è vero che ora la domenica è il giorno in cui Il Fatto vende di più ma di certo l’inserto ha aiutato. Le collaborazioni nel Misfatto sono molte: Oreglio, Montesano, Pannofino, Vergassola&Melloni, The Hand etc … In particolare l’ultima pagina è terreno di caccia di Stefano Disegni, noto vignettista (quando compro Ciak la prima cosa che leggo è la vignetta sul film trojajo del mese). Chi è il responsabile degli inserti nel Fatto? Travaglio. E pare che a lui Il Misfatto non garbasse. Comunque, fino a 3 settimane fa tutto taceva. Improvvisamente (come scrivono sulla pagina Facebook dell’inserto) 3 settimane fa il direttore Padellaro decide di cambiare la linea dell’inserto e di affidarla a Disegni. Aumento di risorse, investimenti, personale. E qui inizia il parapiglia.

Le questioni aperte sono molte e le analizzerò in modo chirurgico (forse aver bevuto tre pinte di sidro non aiuta):

1- Era Il Misfatto gestito da Telese&Corradi esente da critiche? No. Soprattutto gli articoli e le collaborazioni, a volte, erano debolucci. C’è chi li accusa di essere stati troppo politically correct. No, di questo non mi sono accorta; mi pare se la siano presa con tutti. Comunque una innovazione dell’inserto non mi pare sbagliata.

2- E’ questo il modo? Se davvero è accaduto tutto così velocemente e senza preavviso, no eccheccazzo. Il Misfatto andava migliorato, siamo d’accordo ma forse una soluzione che salvasse capra e cavoli sarebbe stata preferibile. Corradi ha esagerato, a mio parere, nell’esternare la sua frustrazione dichiarando che Travaglio gli ha lanciato una fatwa e che Padellaro è l’ologramma del vice direttore. Ma tutto questo astio avrà pure un’origine. Inoltre, non sarebbe stato male far collaborare un vignettista esperto come Disegni con un giovane di belle speranze come Corradi.

3- Disegni. Io lo adoro. Le sue vignette sono bastardissime, tremende, dissacranti……una delizia. Se gli fa schifo qualcosa lo dice. Detto questo le strisce su Berlusconi testa-di-cazzo apparse in più puntate sul Misfatto erano un fracassamento di palle inaudito. Mentre lode a quelle su Asor Rosa. E proprio qui si incastra un nuovo mistero: pare infatti che proprio la critica ad Asor Rosa abbia fatto scattare la lotta interna. Disegni infatti nella striscia di domenica scorsa attacca coloro che pensano che la satira sia univoca e che possa criticare solo gli antipatici cronici e non i propri “amici”. Si riferisce forse a T&C?

4- I lettori. Più volte Il Fatto è stato definito come un giornale il cui unico padrone è il lettore. E infatti fino a questo momento il lettore del Fatto poteva contare su una totale trasparenza da parte del quotidiano. Diamine, si sono filmati anche durante il trasloco nella nuova sede! Devo però dire che in questo caso la situazione si è opacizzata. Perché non spiegare chiaramente la vicenda? Perché tenere all’oscuro i lettori e, peggio ancora, spingerli ad informarsi attraverso articoli di dubbia provenienza (vedi Il Riformista e Libero)? L’avesse fatto Il Corriere, pazienza. Ma qui ci si gioca la fiducia. I lettori del Fatto sono giovani, poco diplomatici, impulsivi per la maggior parte. Un editoriale come “Annunciazione” che campeggia nella prima pagina del Misfatto è un invito a intasare la casella mail della redazione con richieste di spiegazioni. Siamo dei rompicoglioni? Sì. Ma chiediamo informazione, tutto qui. Anche perché le reazioni sono veramente impensabili. Gente che si dichiara pronta a non comprare più il giornale, insulti a tutti, accuse come se piovesse.  Estremismi? Certo, ma non del tutto immotivati.

5- Il Fatto. Io leggo questo giornale perché è un miracolo. In poche pagine (e meno male porca vacca, Repubblica e Il Corriere sono due faldoni peggio del Postalmarket) scrivono persone con idee diversissime ma uniti dalla necessità di fare informazione. Come ho letto in un blog anche Cil-Indro e Scalfari tentarono una mossa simile ma finirono per fondare due diversi quotidiani. Oggi, grazie al SuperNano e alla lunga serie di giornalisti-stenografi, il Fatto è possibile. Ma questo non vuol dire che le diverse anime del quotidiano siano sempre in accordo. Telese è di sinistra. Un po’ paraculo, forse retorico, ammiccante all’occasione ma al contempo battagliero e risoluto nei contesti che lo richiedono. Travaglio è il suo opposto, non solo fisicamente. Manicheo, austero, appartenente a quella destra borghese di cui in Italia rimane solo un pallido ricordo, si erge come novello Savonarola a condannare i peccati dell’Italia di oggi. Compagnone e popolano uno, vanitoso e individualista l’altro. E davvero crediamo che queste due forze della natura non si scontrino? Mi vien quasi da dire: meno male che questo fricandò è venuto alla luce. Sarò ottimista ma mi sembra un buon segno. Il Fatto è vivo e ci lavorano persone che tengono davvero a ciò che fanno. Certo, mi sento un po’ come quei geologi che quando erutta un vulcano e fa mille morti dicono: <<E’ fantastico. Vuol dire che la Terra è un pianeta giovane>>. Ecco, spero proprio che le vittime di questa eruzione siano ridotte.

Dunque, questo è tutto quello che ho cavato fin’ora. Sullo stomaco mi resta il silenzio della redazione. Ma domani è domenica e potremo leggere il nuovo Misfatto. Forse, come ho detto all’inizio, avrei potuto badare ai fatti miei. Ma se fosse così non sarei un’abbonata del Fatto.

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