Di recente vanno per la maggiore i gialli scandinavi, ambientati in Svezia, Norvegia, Finlandia e conditi da atmosfere algide, immobili, iperboree appunto. Marsilio si è gettata a capofitto in questo mercato ma c’è chi, dal 1987, si interessa a fondo di questo mondo.
E così, durante le mie divagazioni in libreria, mi sono accorta dell’esistenza della casa editrice Iperborea. Da ignorante qual sono non avevo idea che esistesse una tale fonte di diletto.
Iperborea nasce infatti con l’intento di far conoscere al pubblico italiano la letteratura dei paesi scandinavi e (slurp!) anche dell’area nederlandese, delle repubbliche baltiche e dell’Islanda. Di quest’ultima ha pubblicato anche le epiche saghe medievali, vere e proprie meraviglie per chi ama la letteratura. Dal 2010 hanno anche inaugurato, molto furbescamente, una collana denominata Ombre che include i tanto amati gialli ma (per fortuna) senza trascurare la qualità e l’originalità del soggetto. Ottima scelta editoriale a dire il vero, dato che i libri più venduto della casa editrice sono proprio quelli appartenenti a questa collana. Una mossa intelligente che permette di attrarre nuovi lettori, i quali, affascinati dalla cura di ogni aspetto e dalle impeccabili traduzioni, si spostano poi verso altri testi non necessariamente appartenenti a Ombre. Ciliegina sulla torta è la pubblicazione dal 18 novembre dell’unica opera narrativa del poeta svedese Tomas Tranströmer, premio Nobel per la letteratura 2011.
Tuttavia, se ci limitiamo al superficiale ma interessante aspetto visivo, i libri di Iperborea si contraddistinguono immediatamente. Stretti e lunghi, con copertine spesso disegnate o con rielaborazioni fotografiche dai colori accesi, sono una gioia per il tatto grazie alla carta ruvida della brossura e alla spessa pergamena usata per le pagine interne.
La collana Ombre ha invece copertine setose e lisce, come il ghiaccio su cui avvengono la maggior parte dei delitti. Un libro su tutti da consigliare? I poeti morti non scrivo gialli, di Björn Larsson. Un giallo non-giallo, una riflessione sul significato del mestiere dello scrivere e sul mondo dell’editoria. Iperboreamente arguto.
Lascia un commento